Il provvedimento di diniego della domanda di ammissione dovrebbe indicare l'autorità a cui ricorrere, comunque ordinariamente è il TAR.
Chiaramente non attenda i comodi del Provveditorato e valuti per tempo la volontà di adire la giustizia
Il provvedimento di diniego della domanda di ammissione dovrebbe indicare l'autorità a cui ricorrere, comunque ordinariamente è il TAR.
Chiaramente non attenda i comodi del Provveditorato e valuti per tempo la volontà di adire la giustizia
Confermo che l'Autorità dovrebbe essere il Tar...bisognerebbe subito valutare la convenienza di impugnare il provvedimento, proponendo eventualmente,nello stesso ricorso, istanza istruttoria per far si che venga prodotta tutta la documentazione che secondo l'Amministrazione possa giustificare tale esclusione (in particolare le piante organiche delle classi)..Comunque, il legale a cui affiderà la questione, con documentazione alla mano potrà essere più preciso.
Ultima modifica di Dott. Perruolo; 21-05-2009 alle 13:53
Preciso che nella lettera di rifiuto della bimba alla materna non si specifica se e a chi posso fare ricorso.
La circolare ministeriale (MIURA00DGOS prot. n. 381/R.U.U. del 15 gennaio 2009) che prolunga l’anticipo ai nati al 30 aprile 2007 dice:
“ (per i nati dal 1° gennaio al 30 aprile 2009) l’ammissione alla frequenza, sentiti i competenti organi collegiali, può essere disposta alle seguenti condizioni:
a) disponibilità di posti;
b) accertamento dell’avvenuto esaurimento di eventuali liste di attesa;
c) disponibilità di locali e dotazioni idonei sotto il profilo dell’agibilità e della funzionalità e tali da rispondere alle specifiche esigenze dei bambini di età inferiore a tre anni;
d) valutazione pedagogica e didattica da parte del collegio dei docenti dei tempi e delle modalità dell’accoglienza.”
Visto che si tratta di condizioni abbastanza “generiche” e variamente interpretabili, temo che la scuola, rifiutando la mia bimba con le motivazioni “di ordine logistico e didattico-formative”, si ritenga autorizzata a non fornire altre motivazioni in merito, quindi forse il ricorso non servirebbe…
Preciso però che per quanto riguarda i punti a) e b) mia figlia sarebbe “dentro”, perché i posti ci sono; per il punto c) il dirigente scolastico ha “tentato” di “far credere” che per i “piccoli” è necessaria una classe a sé, appellandosi all’istituto delle “classi primavera”, e ha fatto eseguire sopralluoghi per dimostrare che non c’è fisicamente un’aula in più per loro; ma quando noi genitori abbiamo fatto notare che non si tratta di classe primavera ma di bambini che hanno diritto di stare nelle classi con gli altri, il dirigente è tornato alla generica motivazione della “mancanza di strutture” (senza nemmeno rispondere all’assessore comunale che continua a chiedergli che cosa possa fare il comune per garantire queste strutture…); il punto d), che potrebbe portare a un “compromesso” per inserire questi piccoli (per esempio: se non c’è posto per farli dormire si mandano a casa alle 13,00, oppure: non li inseriamo subito ma a gennaio…), non è stato preso minimamente in considerazione dalla scuola.
Ci sono i “numeri” per il ricorso? Posso prendermi più tempo, visto e considerato che l’ultima comunicazione ricevuta dal Provveditorato dice che la questione sarà “valutata entro giugno”? Quanto mi costerebbe il ricorso? Servirebbe avere l’appoggio di altri genitori (i “non accettati” sono in tutto 18)?
A prima vista i presupposti per un ricorso ci sarebbero...il problema è che la questione non può essere risolta con una consulenza online. E' necessario che si rechi da un legale che si occupi di amministrativo e, parlando con Lei, analizzi tutta la documentazione e che, per praticità, sia del luogo ove si radica la competenza territoriale del Giudice che si dovrà adire. Ad esempio, lo Studio dove lavoro si occupa di amministrativo, ma si trova a Roma e conseguentemente, risulta più difficile gestire una causa radicata a Torino, anche per quanto riguarda icosti che deve sopportare il cliente.
Ultima modifica di Dott. Perruolo; 22-05-2009 alle 11:43
A prescindere da tutto, comunque, il dies a quo del termine di opposizione si conteggia da quando ha ricevuto il provvedimento da opporre.
Ulteriori comunicazioni successive o promesse dell'Autorità di esaminare la pratica non hanno valore in questo senso
La precisazione del Collega è più che pertinente...se ha intenzione di verificare le possibilità di opporisi, non perda tempo, tenendo presente che il termine di impugnazione, generalmente, è di 60 giorni dalla notifica dell'atto. Può essere anche presentato ricorso "collettivo" sempre che, naturalmente, si assumano violate le stesse posizioni.
Come notifica posso considerare il timbro postale (che è dei primi di aprile)? Io sono della provincia di Milano; se dunque mi rivolgessi a uno studio della mia città quanto mi costerebbe tutto compreso? E con il ricorso collettivo si dividerebbero esattamente le spese di quello singolo? E avremmo un "risparmio" se ci rivolgessimo, come mi è stato suggerito, al CGIL Scuola di Milano? Ve lo chiedo perché, nonostante abbia interesse a che "giustizia sia fatta", tuttavia devo valutare se l'esborso sia pari o superiore a quanto pagherei per un asilo nido.
Certamente se si svolge ricorso collettivo la spesa sarà molto inferiore. Anche se il costo dell'atto totale sarebbe leggermente superiore perchè il legale deve assumersi la responsabilità di rappresentare più persone; ma questo "di più", ripeto, non verrebbe avvertito, perchè la spesa si dividerebbe tra più soggetti. Per il quantum, questa è una informazione che Le potrà dare solo il Legale interessato, una volta valutata la situazione nella sua interezza. Come momento iniziale per ricorrere, può sicuramente avere come riferimento il timbro postale. Naturalmente può chiedere informazione anche alla CGIL della scuola di Milano.
Aggiungo, poi, che nell'ambito del diritto amministrativo, vi possno essere dei piccoli trucchi per far decorrere nuovamente i termini per proporre ricorso...comunque, Le ripeto, deve consultarsi con un Legale a cui presentare la documentazione.Qui possiamo solo dare informazioni di carattere generale.
Egregio Signore, le consiglio vivamente di rivolgersi al patronato per eventualmente presentare ricorso collettivo.
I costi per questo tipo di procedure sono molto alti e sopportarli da solo non varrebbe il gioco per la candela, si fidi.