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Visualizza Versione Completa : Ricorso presentato solo dal conducente, ma valido nei confonti dell'obbligato in soli



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01-12-2011, 17:55
Un saluto a tutti.
Chiedo un consiglio riguardo ad un ricorso redatto dall’associazione di difesa dei consumatori per opposizione ad una sanzione amministrativa.
Nel mese di Aprile veniva notificato a mio padre un verbale per violazione dell’art.142 coma 8 C.d.S. La violazione di cui all’art. sopra citato veniva rilevata dalla Polizia Stradale tramite sistema SICVe sull’autostrada A14. La vettura risulta intestata a mio padre, ma in realtà l’utilizzo esclusivamente io: nel mese di Giugno, nei termini dei 60 gg. Seguenti la notifica del verbale, mio padre inviava raccomandata A/R alla sezione di Polizia Stradale che aveva emesso il verbale, comunicando i miei dati (tranne il numero della patente di guida) e chiedendo che il verbale venisse notificato alla mia persona, dichiarando la sua totale estraneità ai fatti. La Polizia Stradale, invece di provvedere alla notifica del verbale, ha inviato tramite missiva semplice alla mia persona un modulo di comunicazione dati del conducente, allegando una copia del verbale originale, una copia della raccomandata inviata da mio padre, intimandomi di compilarlo e inoltrarlo al loro ufficio entro 30 gg. altrimenti avrebbero provveduto alla redazione di un verbale per violazione dell’art. 180 comma 8 C.d.S. Vedendo tale missiva, ho provveduto a proporre immediato ricorso al G.d.P. competente per territorio in qualità di conducente del veicolo, il quale ha accolto il ricorso fissando l’udienza di prima comparizione. L’amministrazione opposta, costituitasi in giudizio, ha eccepito il difetto di legittimazione ad agire, chiedendo in autotutela l’archiviazione del verbale nei miei confronti per cessata materia del contendere, non essendomi mai stato notificato il verbale, e chiedendo (facendo un richiamo giurisprudenziale della Cassazione) che il procedimento prosegua con la condanna di mio padre in quanto obbligato in solido e responsabile del veicolo in oggetto. Io ovviamente in udienza ho giustificato il mio intervento ai sensi dell’art.100 c.p.c. Il G.d.P. nella prima udienza, mi ha spiegato che al C.d.S. si applicano i principi delle obbligazioni solidali, per cui in realtà mio padre risulterebbe tenuto al pagamento della sanzione principale e della sanzione accessoria (decurtazione punti dalla patente), facendomi presente che non avendo lui né impugnato il verbale, né pagato la sanzione amministrativa, quest’ultima si è raddoppiata! Rinviando la decisione ad una successiva udienza, il G.d.P. mi faceva notare che allo stato degli atti, egli poteva:
1) Condannare entrambi al pagamento della multa dividendo tra me e mio padre la sanzione,
2) Dichiarare come richiesto dal Prefetto cessata materia del contendere nei miei confronti provvedendo alla rituale archiviazione della sanzione, ma condannando mio padre al pagamento della sanzione all’importo originario(170€), il quale in un successivo giudizio si potrebbe rifare nei miei confronti.
E’ ovvio che è mio interesse annullare la sanzione sia nei miei confronti che nei confronti di mio padre; dopo aver studiato meglio il caso, per l’udienza successiva ho pensato di far fare un atto di intervento in giudizio ex art.105 c.p.c. a mio padre nel procedimento da me instaurato, facendogli dichiarare che lui non c’entra nulla e che il veicolo è stato utilizzato a sua insaputa e facendogli poi chiedere che il procedimento continui nei miei confronti con la richiesta della mia condanna al pagamento della sanzione (non essendomi stato notificato il verbale, ed avendolo rilevato anche il Prefetto mi sento in una botte di ferro, in quanto mi sembra di aver capito che il provvedimento per me è destinato comunque ad essere annullato). Attualmente gli ho fatto inoltrare al Prefetto una richiesta di annullamento del verbale in autotutela, il quale ovviamente non ha risposto.
Per quanto riguarda la mia posizione, ho intenzione di chiedere l’annullamento del verbale con la condanna dell’amministrazione opposta alla refusione delle spese del giudizio e delle mie spese legali ( 89€), in quanto ho sostenuto dei costi (redazione del verbale, raccomandate, fotocopie etc. ma non essendo avvocato è difficile che il G.d.P. me le liquida).
Per il fatto che non mi è stato notificato il verbale potrei lamentare poi una lesione degli artt. 24 e 113 della Costituzione?
Voi, nella specie, cosa mi consigliate di fare? Penso che un successivo intervento di mio padre andrebbe ad “appesantire”troppo il procedimento, per cui il G.d.P. potrebbe anche non compensare più le spese di lite, però mi sembra la cosa più sicura da fare per tutelare la sua posizione.
Poi nel mese di Agosto, quindi successivamente alla data dell’infrazione, la vettura in oggetto è stata venduta, può essere un motivo in più per escludere mio padre da ogni responsabilità?
Voi come mi consigliate di procedere in vista dell’udienza conclusiva?
Grazie.

Avv. G. Lore
01-12-2011, 18:12
Primariamente il ricorso non è stato accolto; semplicemente come per tutte le cause, una volta iscritta al ruolo, è stata fissata l'udienza di comparizione.

Per il rsto, meritevole lo sforzo di richiamare principi basilari della procedura civile, ma ahimè qui difetta la legittimazione attiva ab origine.

L'unico soggetto a cui è stato notificato il verbale è Suo padre e solo lui allo stato poteva svolgere il ricorso.

Il prprietario che dichiara i dati del conducente non si libera dell'obbligazione, semplicemente fa insorgere una coobbligazione.