blocscorr
12-07-2011, 12:49
Buongiorno, racconto cosa mi è capitato.
Parcheggio la mia auto al lato della strada e mi ritrovo una multa per sosta sul marciapiede. In realtà il marciapiede in questione era a raso, nel senso che era allo stesso livello della strada. Per delimitarlo erano state usate delle mattonelle di colore grigio scuro che segnavano una linea di demarcazione rispetto all'asfalto della strada. Consulto il codice della strada e leggo testualmente che il "marciapiede è la parte della strada, esterna alla carreggiata, rialzata o altrimenti delimitata e protetta, destinata ai pedoni". Penso che è tutto molto chiaro e non ci sono possibilità di dare diverse intepretazioni: o è rialzato o altrimenti delimitato e protetto. Ma la zona dove ricevevo la multa non era rialzata ed era solo delimitata da mattonelle diverse, quindi mancava del requisito fondamentale della protezione (ad esempio mediante ringhiera o paletti verticali).
Faccio ricorso al prefetto spiegando che la zona in cui avevo sostato non poteva definirsi marciapiede (a causa della mancanza di protezione) ergo veniva a cadere la causa dell'infrazione (sosta su marciapiede).
Ricevo pochi giorni fa ingiunzione di pagamento, con richiesta di pagare il doppio. Dalle motivazioni leggo che la prefettura ha chiesto chiarimenti alla polizia municipale (probabilmente relative al perché quel tratto non sia rialzato o protetto) e, cito testualmente, queste sono le controdeduzioni della polizia municipale:
1. Sulla strada oggetto di contestazione, vi sono diverse pavimentazioni e quella con le piastrelle configura la caratteristica di un'area esterna alla carreggiata destinata al passaggio dei pedoni.
2. Per quanto riguarda l'art. 3 del CDS, la strada in cui è avvenuta l'infrazione, essendo una delle più antiche del Paese non è molto larga ed un restringimento della carreggiata avrebbe risvolti negativi sulla fluidità della carreggiata.
Per tali motivi la prefettura ha respinto il ricorso. Ora da questo deduco che:
1. Nel punto 1 si fa riferimento ad un'area delimitata (e su questo siamo tutti d'accordo), ma anche la polizia municpale non parla di protezioni
2. Nel punto 2 mi sembra di capire che non si può fare un marciapide a norma (rialzato o protetto) altrimenti si restringerebbe la carreggiata con conseguenze sulla fluidità dei veicoli.
Ora mi sorge qualche dubbio:
1. A me non interessa sapere se il transito dei veicoli è fluido o meno, ma soltanto se quella zona dove ho parcheggiato si può definire marciapiede o meno. Esiste per caso una norma che dice che nel caso in cui la strada sia stretta ci si può esimere dal mettere protezioni al marciapiede per garantire fluidità ai veicoli? in questo caso la parte a raso (delimitata e non protetta) potrebbe ancora chiamarsi marciapiede?
2. C'è poi una considerazione importante: su quella strada non c'è alcun divieto di sosta! infatti io sono stato multato per sosta su marciapiede non per sosta vietata. Ciò vuol dire che paradossalmente se avessi parcheggiato la macchina più verso l'esterno dello pseudo-marciapiede, non avrei commesso infrazione. Ma la domanda che mi sorge è la seguente: come si può sostenere di non poter restringere la carreggiata per favorire la fluidità dei veicoli, quando poi si consente ai veicoli di sostare lungo quell'area creando un restringimento ancora più evidente alla carreggiata stessa. Come minimo dovrebbe esserci un divieto di sosta!
3 Infine ultima osservazione: il secondo punto delle controdeduzioni dei vigili parla di restringimento della carreggiata. Ma il marciapiede è definito come parte esterna alla carreggiata, che quindi con quest'ultima non ha nulla a che fare. Quindi se vuoi sostenere che quello è un marciapiede, automaticamente la carreggiata non ti interessa più. In altre parole se stiamo discutendo di marciapiede, non ha alcun senso far riferimento alla carreggiatta e parlare di restringimento della stessa, perché se è un marciapiede è per definizione esterno alla careggiata. Che c'entra l'ipotesi di restringimento di carreggiata, se il marciapiede ne è esterno? Se vuoi includere la parte a raso nella carreggiata automaticamente la stai portando nell'ambito della carreggiata stessa e quindi non è più un marciapiede! Dico bene o sbaglio?
Chiedo scusa per i modi poco tecnici con cui ho descritto il tutto. Vi chiedo, alla luce di quanto esposto se sarebbe fondato un ricorso al giudice di Pace? Ho letto che quest'ultimo non entrerebbe più nel merito della questione, ma solo su errori formali della prefettura (ad esempio mancato rispetto dei termini e così via). Si potrebbe però far riferimento ad una superficialità cn cui la prefettura ha accettato le controdeduzioni dei vigili.. non so.. Inoltre dovrei pagare 40 euro per fare ricorso ed in più essere assistito da un avvocato. Mi chiedo quindi se devo mangiarmi il fegato e pagare la multa o preparare un ricorso al giudice di pace.
Grazie per ogni prezioso consiglio.
Chiedo scusa per la lunghezza del testo.
Francesco
Parcheggio la mia auto al lato della strada e mi ritrovo una multa per sosta sul marciapiede. In realtà il marciapiede in questione era a raso, nel senso che era allo stesso livello della strada. Per delimitarlo erano state usate delle mattonelle di colore grigio scuro che segnavano una linea di demarcazione rispetto all'asfalto della strada. Consulto il codice della strada e leggo testualmente che il "marciapiede è la parte della strada, esterna alla carreggiata, rialzata o altrimenti delimitata e protetta, destinata ai pedoni". Penso che è tutto molto chiaro e non ci sono possibilità di dare diverse intepretazioni: o è rialzato o altrimenti delimitato e protetto. Ma la zona dove ricevevo la multa non era rialzata ed era solo delimitata da mattonelle diverse, quindi mancava del requisito fondamentale della protezione (ad esempio mediante ringhiera o paletti verticali).
Faccio ricorso al prefetto spiegando che la zona in cui avevo sostato non poteva definirsi marciapiede (a causa della mancanza di protezione) ergo veniva a cadere la causa dell'infrazione (sosta su marciapiede).
Ricevo pochi giorni fa ingiunzione di pagamento, con richiesta di pagare il doppio. Dalle motivazioni leggo che la prefettura ha chiesto chiarimenti alla polizia municipale (probabilmente relative al perché quel tratto non sia rialzato o protetto) e, cito testualmente, queste sono le controdeduzioni della polizia municipale:
1. Sulla strada oggetto di contestazione, vi sono diverse pavimentazioni e quella con le piastrelle configura la caratteristica di un'area esterna alla carreggiata destinata al passaggio dei pedoni.
2. Per quanto riguarda l'art. 3 del CDS, la strada in cui è avvenuta l'infrazione, essendo una delle più antiche del Paese non è molto larga ed un restringimento della carreggiata avrebbe risvolti negativi sulla fluidità della carreggiata.
Per tali motivi la prefettura ha respinto il ricorso. Ora da questo deduco che:
1. Nel punto 1 si fa riferimento ad un'area delimitata (e su questo siamo tutti d'accordo), ma anche la polizia municpale non parla di protezioni
2. Nel punto 2 mi sembra di capire che non si può fare un marciapide a norma (rialzato o protetto) altrimenti si restringerebbe la carreggiata con conseguenze sulla fluidità dei veicoli.
Ora mi sorge qualche dubbio:
1. A me non interessa sapere se il transito dei veicoli è fluido o meno, ma soltanto se quella zona dove ho parcheggiato si può definire marciapiede o meno. Esiste per caso una norma che dice che nel caso in cui la strada sia stretta ci si può esimere dal mettere protezioni al marciapiede per garantire fluidità ai veicoli? in questo caso la parte a raso (delimitata e non protetta) potrebbe ancora chiamarsi marciapiede?
2. C'è poi una considerazione importante: su quella strada non c'è alcun divieto di sosta! infatti io sono stato multato per sosta su marciapiede non per sosta vietata. Ciò vuol dire che paradossalmente se avessi parcheggiato la macchina più verso l'esterno dello pseudo-marciapiede, non avrei commesso infrazione. Ma la domanda che mi sorge è la seguente: come si può sostenere di non poter restringere la carreggiata per favorire la fluidità dei veicoli, quando poi si consente ai veicoli di sostare lungo quell'area creando un restringimento ancora più evidente alla carreggiata stessa. Come minimo dovrebbe esserci un divieto di sosta!
3 Infine ultima osservazione: il secondo punto delle controdeduzioni dei vigili parla di restringimento della carreggiata. Ma il marciapiede è definito come parte esterna alla carreggiata, che quindi con quest'ultima non ha nulla a che fare. Quindi se vuoi sostenere che quello è un marciapiede, automaticamente la carreggiata non ti interessa più. In altre parole se stiamo discutendo di marciapiede, non ha alcun senso far riferimento alla carreggiatta e parlare di restringimento della stessa, perché se è un marciapiede è per definizione esterno alla careggiata. Che c'entra l'ipotesi di restringimento di carreggiata, se il marciapiede ne è esterno? Se vuoi includere la parte a raso nella carreggiata automaticamente la stai portando nell'ambito della carreggiata stessa e quindi non è più un marciapiede! Dico bene o sbaglio?
Chiedo scusa per i modi poco tecnici con cui ho descritto il tutto. Vi chiedo, alla luce di quanto esposto se sarebbe fondato un ricorso al giudice di Pace? Ho letto che quest'ultimo non entrerebbe più nel merito della questione, ma solo su errori formali della prefettura (ad esempio mancato rispetto dei termini e così via). Si potrebbe però far riferimento ad una superficialità cn cui la prefettura ha accettato le controdeduzioni dei vigili.. non so.. Inoltre dovrei pagare 40 euro per fare ricorso ed in più essere assistito da un avvocato. Mi chiedo quindi se devo mangiarmi il fegato e pagare la multa o preparare un ricorso al giudice di pace.
Grazie per ogni prezioso consiglio.
Chiedo scusa per la lunghezza del testo.
Francesco