Massimo80
16-04-2010, 13:08
Mi ricollego a questo post (http://www.ricorsi.net/forum/come-fare-ricorso/4762-giudice-di-pace-surreale-again.html), dove parlavo delle disavventure con il giudice di pace che sta esaminando il mio ricorso, per chiedere un parere sul merito del ricorso stesso.
Ho ricevuto una multa per passaggio su corsia preferenziale e transito in zona a traffico limitato; l'infrazione è stata rilevata da un vigile urbano, senza l'ausilio di telecamere o altri strumenti automatici (che in quel tratto di strada non sono presenti).
L'infrazione non è stata contestata sul momento, e non è stato fatto alcun tentativo al riguardo (segnalazioni, intimazioni di alt, etc.); il verbale riportava che la contestazione immediata non era stata fatta in quanto "il veicolo era già distante dal luogo dell'accertamento"; non è menzionata alcuna altra motivazione.
Ho presentato ricorso al Prefetto, sostenendo che in base all'art. 201 del CdS il caso in esame non era tra quelli per i quali non sussiste l'obbligo di contestazione immediata, pertanto questa era obbligatoria e il non aver fatto nemmeno un tentativo in tal senso rende il verbale nullo.
Il Prefetto ha bocciato il ricorso con una motivazione (a mio parere) generica e inapplicabile nel caso in esame: "mancato adempimento dell'onere probatorio" (cosa che, per inciso, sembra accada a qualsiasi ricorso presentato a Roma negli ultimi anni); ma io contestavo il verbale e ciò che c'era scritto sopra, sostenendo che in base al CdS non è valido: non ho sostenuto che quel giorno ero da un'altra parte (cosa che avrei dovuto quindi dimostrare), bensì che ciò che il vigile stesso ha dichiarato configurava un suo comportamento tale da rendere nullo il verbale.
Ho presentato un nuovo ricorso al Giudice di Pace, e lì sono iniziati i problemi.
Il GdP ha prima sostenuto che dovevo contestare il verbale nel merito e non nella forma, e che quindi avrei dovuto dimostrare di non aver commesso l'infrazione; alle mie rimostranze in proposito, basate sul fatto che per invalidare un verbale non serve necessariamente non aver commesso l'infrazione ma è più che sufficiente che questo presenti delle irregolarità, ha acconsentito ad esaminarlo... e ha dichiarato che nel caso degli accessi a zone a traffico limitato l'obbligo di contestazione immediata non esiste.
Questo è palesemente FALSO: ai sensi dell'art. 201, comma 1-bis, lettera G, l'obbligo non sussiste solo qualora il rilevamento dell'infrazione avvenga tramite sistemi automatici, cosa che non è accaduta nel caso in esame.
L'udienza è stata rinviata per un'altra motivazione (mancava la data di notifica del provvedimento del Prefetto), quindi ho un'altra possibilità di convincere il giudice delle mie ragioni.
Le domande sono:
1) Ho ragione come penso, oppure c'è qualcosa che mi sfugge?
2) Se ho ragione, come lo convinco, visto che ragioni non ne vuole sentire e si ostina sulle sue posizioni?
3) Se nonostante tutto mi dà torto, a chi posso appellarmi?
Aggiungo che un ricorso identico (sia per argomento che per iter) che ho presentato un paio di anni fa è stato invece accolto da un Giudice di Pace differente.
Ho ricevuto una multa per passaggio su corsia preferenziale e transito in zona a traffico limitato; l'infrazione è stata rilevata da un vigile urbano, senza l'ausilio di telecamere o altri strumenti automatici (che in quel tratto di strada non sono presenti).
L'infrazione non è stata contestata sul momento, e non è stato fatto alcun tentativo al riguardo (segnalazioni, intimazioni di alt, etc.); il verbale riportava che la contestazione immediata non era stata fatta in quanto "il veicolo era già distante dal luogo dell'accertamento"; non è menzionata alcuna altra motivazione.
Ho presentato ricorso al Prefetto, sostenendo che in base all'art. 201 del CdS il caso in esame non era tra quelli per i quali non sussiste l'obbligo di contestazione immediata, pertanto questa era obbligatoria e il non aver fatto nemmeno un tentativo in tal senso rende il verbale nullo.
Il Prefetto ha bocciato il ricorso con una motivazione (a mio parere) generica e inapplicabile nel caso in esame: "mancato adempimento dell'onere probatorio" (cosa che, per inciso, sembra accada a qualsiasi ricorso presentato a Roma negli ultimi anni); ma io contestavo il verbale e ciò che c'era scritto sopra, sostenendo che in base al CdS non è valido: non ho sostenuto che quel giorno ero da un'altra parte (cosa che avrei dovuto quindi dimostrare), bensì che ciò che il vigile stesso ha dichiarato configurava un suo comportamento tale da rendere nullo il verbale.
Ho presentato un nuovo ricorso al Giudice di Pace, e lì sono iniziati i problemi.
Il GdP ha prima sostenuto che dovevo contestare il verbale nel merito e non nella forma, e che quindi avrei dovuto dimostrare di non aver commesso l'infrazione; alle mie rimostranze in proposito, basate sul fatto che per invalidare un verbale non serve necessariamente non aver commesso l'infrazione ma è più che sufficiente che questo presenti delle irregolarità, ha acconsentito ad esaminarlo... e ha dichiarato che nel caso degli accessi a zone a traffico limitato l'obbligo di contestazione immediata non esiste.
Questo è palesemente FALSO: ai sensi dell'art. 201, comma 1-bis, lettera G, l'obbligo non sussiste solo qualora il rilevamento dell'infrazione avvenga tramite sistemi automatici, cosa che non è accaduta nel caso in esame.
L'udienza è stata rinviata per un'altra motivazione (mancava la data di notifica del provvedimento del Prefetto), quindi ho un'altra possibilità di convincere il giudice delle mie ragioni.
Le domande sono:
1) Ho ragione come penso, oppure c'è qualcosa che mi sfugge?
2) Se ho ragione, come lo convinco, visto che ragioni non ne vuole sentire e si ostina sulle sue posizioni?
3) Se nonostante tutto mi dà torto, a chi posso appellarmi?
Aggiungo che un ricorso identico (sia per argomento che per iter) che ho presentato un paio di anni fa è stato invece accolto da un Giudice di Pace differente.