Massimo80
13-04-2010, 22:13
Ricevo una multa per transito su corsia preferenziale; sul verbale è riportato che non è stata effettuata la contestazione immediata in quanto il veicolo era "già distante dal luogo dell'accertamento".
In base all'articolo 201 CdS, l'obbligo di costestazione immediata in questo caso c'era, in quanto non rientra nei casi per i quali è assente (passaggio col rosso, eccesso di velocità, rilevazione con sistemi automatici); se avessero scritto "gli ho fischiato e non si è fermato" sarebbe stato tutto ok, ma "me ne sono accorto tardi" non mi risulta sia una motivazione valida (così come l'altrettanto leggendaria "non l'ho fermato perché ero impegnato a dirigere il traffico", una vera perla).
Presento un ricorso al Prefetto, sostenendo che il verbale è da annullare per mancato soddisfacimento dell'obbligo di contestazione immediata.
Il Prefetto boccia il ricorso con lo stesso identico modulo prestampato con cui me ne ha bocciati altri tre, che riporta come unica ragione della bocciatura un fantomatico "inadempimento dell'onere probatorio"; ovviamente, non faccio fatica a credere che questa motivazione sia valida in una buona percentuale dei casi, o quantomeno sia efficace nello scoraggiare il ricorrente e indurlo e pagare. In questo caso, però, non è applicabile: se avessi detto "quel giorno ero da un'altra parte", ci sarebbe stato un "onere probatorio", ossia avrei dovuto dimostrare la mia affermazione; ma io ho fatto ricorso relativamente al contenuto del verbale, sostenendo che in base al CdS è irregolare: non c'è da provare nulla, o è regolare o non lo è, ma l'unica prova necessaria è leggere quello che c'è scritto sopra.
Presento un nuovo ricorso al Giudice di Pace, sostenendo che il Prefetto ha bocciato il mio primo ricorso con delle motivazioni totalmente infondate.
Il Giudice di Pace accoglie il ricorso.
Il primo ricorso.
La stessa storia si ripete QUATTRO VOLTE: come dicevo, pare che in Prefettura abbiano preso l'abitudine di respingere d'ufficio i ricorsi senza nemmeno leggerli, usando sempre le stesse formulette e sperando che risultino valide e/o agiscano da deterrente nella maggior parte dei casi.
L'oggetto del presente post è uno degli alri ricorsi, il cui iter è assolutamente analogo al primo: multa senza contestazione immediata laddove ce ne sarebbe stato l'obbligo, ricorso al Prefetto, bocciatura infondata, controricorso al Giudice di Pace.
Il quale, però, stavolta, si è comportato in modo decisamente surreale.
Innanzitutto, non ha tenuto minimamente conto del fatto che il mio ricorso presentato a lui era in opposizione al provvedimento della Prefettura, e non alla multa originale: si è messo direttamente ad esaminare il primo ricorso, quello bocciato dal Prefetto. Questo, se non erro, è un errore di procedura: il ricorso contro il verbale non era stato presentato a lui, e quindi non credo proprio che lui avesse titolo per deliberare in proposito; il ricorso che lui doveva valutare era quello contro la Prefettura, avente per argomento "la Prefettura ha bocciato il mio ricorso senza nemmeno leggerlo e con motivazioni infondate". Ma potrei sbagliarmi, quindi ogni chiarimento è gradito.
Ma ammettiamo che abbia avuto ragione a fare questo; ci siamo messi a discutere allora del ricorso originale, e lui ha sostenuto che in questo caso l'obbligo di contestazione immediata non c'era, perché riguardava un accesso ad una zona a traffico limitato. Peccato che questo non sia vero, o meglio, sia vero solo nel caso in cui l'accesso alla ZTL venga rilevato da sistemi elettronici: se l'accertamento viene fatto da un agente in carne ed ossa, l'obbligo esiste eccome!
Discutiamo per un po' su questo, ma non avevo il CdS sotto mano e lui a quanto pare proprio non lo conosceva, quindi cambia discorso e spara il capolavoro: "ma lei l'infrazione l'ha fatta o no? Ha dei testimoni?".
Sono AFFARI MIEI se l'ho fatta o no, io sto contestando la forma del verbale, non il merito! Glielo dico, cercando di mantenere la calma: "signor Giudice, io non ho contestato nel merito il verbale, ho semplicemente sostenuto che per il Codice della Strada non è un verbale valido a causa dell'assenza di contestazione immediata". E lui risponde "ha sbagliato, lei deve contestare il merito". Ma sarò padrone di contestare quello che voglio io, se nel verbale c'è un'irregolarità formale?!?
Alla fine, dulcis in fundo, rinvia l'udienza perché nella documentazione mancava la ricevuta della notifica dell'ordinanza, quindi non poteva stabilire se il ricorso era stato presentato entro i termini dovuti; mi dice di portare la ricevuta alla prossima udienza (a ottobre), e di cercarmi se possibile un testimone che non ho commesso l'infrazione.
Io non ho parole, aspetto le vostre...
In base all'articolo 201 CdS, l'obbligo di costestazione immediata in questo caso c'era, in quanto non rientra nei casi per i quali è assente (passaggio col rosso, eccesso di velocità, rilevazione con sistemi automatici); se avessero scritto "gli ho fischiato e non si è fermato" sarebbe stato tutto ok, ma "me ne sono accorto tardi" non mi risulta sia una motivazione valida (così come l'altrettanto leggendaria "non l'ho fermato perché ero impegnato a dirigere il traffico", una vera perla).
Presento un ricorso al Prefetto, sostenendo che il verbale è da annullare per mancato soddisfacimento dell'obbligo di contestazione immediata.
Il Prefetto boccia il ricorso con lo stesso identico modulo prestampato con cui me ne ha bocciati altri tre, che riporta come unica ragione della bocciatura un fantomatico "inadempimento dell'onere probatorio"; ovviamente, non faccio fatica a credere che questa motivazione sia valida in una buona percentuale dei casi, o quantomeno sia efficace nello scoraggiare il ricorrente e indurlo e pagare. In questo caso, però, non è applicabile: se avessi detto "quel giorno ero da un'altra parte", ci sarebbe stato un "onere probatorio", ossia avrei dovuto dimostrare la mia affermazione; ma io ho fatto ricorso relativamente al contenuto del verbale, sostenendo che in base al CdS è irregolare: non c'è da provare nulla, o è regolare o non lo è, ma l'unica prova necessaria è leggere quello che c'è scritto sopra.
Presento un nuovo ricorso al Giudice di Pace, sostenendo che il Prefetto ha bocciato il mio primo ricorso con delle motivazioni totalmente infondate.
Il Giudice di Pace accoglie il ricorso.
Il primo ricorso.
La stessa storia si ripete QUATTRO VOLTE: come dicevo, pare che in Prefettura abbiano preso l'abitudine di respingere d'ufficio i ricorsi senza nemmeno leggerli, usando sempre le stesse formulette e sperando che risultino valide e/o agiscano da deterrente nella maggior parte dei casi.
L'oggetto del presente post è uno degli alri ricorsi, il cui iter è assolutamente analogo al primo: multa senza contestazione immediata laddove ce ne sarebbe stato l'obbligo, ricorso al Prefetto, bocciatura infondata, controricorso al Giudice di Pace.
Il quale, però, stavolta, si è comportato in modo decisamente surreale.
Innanzitutto, non ha tenuto minimamente conto del fatto che il mio ricorso presentato a lui era in opposizione al provvedimento della Prefettura, e non alla multa originale: si è messo direttamente ad esaminare il primo ricorso, quello bocciato dal Prefetto. Questo, se non erro, è un errore di procedura: il ricorso contro il verbale non era stato presentato a lui, e quindi non credo proprio che lui avesse titolo per deliberare in proposito; il ricorso che lui doveva valutare era quello contro la Prefettura, avente per argomento "la Prefettura ha bocciato il mio ricorso senza nemmeno leggerlo e con motivazioni infondate". Ma potrei sbagliarmi, quindi ogni chiarimento è gradito.
Ma ammettiamo che abbia avuto ragione a fare questo; ci siamo messi a discutere allora del ricorso originale, e lui ha sostenuto che in questo caso l'obbligo di contestazione immediata non c'era, perché riguardava un accesso ad una zona a traffico limitato. Peccato che questo non sia vero, o meglio, sia vero solo nel caso in cui l'accesso alla ZTL venga rilevato da sistemi elettronici: se l'accertamento viene fatto da un agente in carne ed ossa, l'obbligo esiste eccome!
Discutiamo per un po' su questo, ma non avevo il CdS sotto mano e lui a quanto pare proprio non lo conosceva, quindi cambia discorso e spara il capolavoro: "ma lei l'infrazione l'ha fatta o no? Ha dei testimoni?".
Sono AFFARI MIEI se l'ho fatta o no, io sto contestando la forma del verbale, non il merito! Glielo dico, cercando di mantenere la calma: "signor Giudice, io non ho contestato nel merito il verbale, ho semplicemente sostenuto che per il Codice della Strada non è un verbale valido a causa dell'assenza di contestazione immediata". E lui risponde "ha sbagliato, lei deve contestare il merito". Ma sarò padrone di contestare quello che voglio io, se nel verbale c'è un'irregolarità formale?!?
Alla fine, dulcis in fundo, rinvia l'udienza perché nella documentazione mancava la ricevuta della notifica dell'ordinanza, quindi non poteva stabilire se il ricorso era stato presentato entro i termini dovuti; mi dice di portare la ricevuta alla prossima udienza (a ottobre), e di cercarmi se possibile un testimone che non ho commesso l'infrazione.
Io non ho parole, aspetto le vostre...