Alex1981
02-02-2010, 19:22
Salve,
vado ad esporre i fatti accaduti.
Domenica 01/02/2010 alle ore 1.30 circa alla guida di un autoveicolo di proprietà di mia madre, con a bordo un passeggero, commetto l'infrazione di attraversare un incrocio con semaforo rosso.
Una volante dei carabinieri notando l'accaduto, mi insegue e mi intima di fermarmi.
Accostatomi poco più avanti mi vene chiesto di esibire patente di guida e libretto di circolazione. Successivamente vengo sottoposto a pre-test dell'alcol con apparecchiatura portatile.
Il brigadiere, riscontrando esito positivo, mi invita a sottopormi al test con l'etilometro posto nel portabagagli della volante.
Dal test risulta un tasso pari a 1,24 gr./lt.
Trascorsi 5 minuti vengo nuovamente invitato a sottopormi al test, stavolta però causa lo stato d'ansia nel quale mi trovavo, non ero in grado di soffiare adeguatamente per portare a compimento il test, pertanto lo scontrino indicava “test incompleto o non valido” (non ricordo).
Il brigadiere mi invitava a sottopormi nuovamente al test e di farlo “bene” avvisandomi che sarebbe stata l'ultima volta che me lo avrebbe fatto ripetere; il risultato fu il medesimo del precedente.
A quel punto il brigadiere spegne l'etilometro e mette a verbale: “Si da atto che la seconda prova non è stata effettuata in quanto l'utente dimostrava la propria reticenza rifiutando la seconda prova”. Io controbatto dicendo che non mi ero rifiutato, ma che non ero in grado di eseguire la prova, e mi offro disponibile ad eseguire un'esame di sangue presso una struttura sanitaria di base o accreditata; il brigadiere risponde (cito testuali parole): “non abbiamo cosa andarci a fare in ospedale, tutto è stato memorizzato dall'etilometro”.
Quando il brigadiere termina di compilare il verbale, mi chiede di firmare, io chiedo di mettere a verbale delle dichiarazioni che volevo rilasciare, ma mi viene negata questa facoltà; pertanto mi rifiuto di firmare.
Il brigadiere depenna la dicitura “il trasgressore dichiara” e scrive nello spazio per la firma del trasgressore: ”Si rifiuta di firmare e ritira copia”
Alla luce dei fatti esposti mi chiedo se il lavoro dei carabinieri è stato eseguito nel pieno rispetto delle regole, ed in particolare:
1)Nel verbale di contestazione viene indicato nella località “Piazza Notarbartolo Palermo” strada assolutamente inesistente, in quanto la piazza dove è avvenuto il controllo è denominata: “Piazza Matteo Maria Boiardo”.
2)Nella violazione, i verbalizzanti riportano: “il conducente veniva reso edotto di potersi fare assistere da un legale di fiducia, prima di essere sottoposto all'accertamento con etilometro”
In realtà i verbalizzanti non mi hanno nella maniera più assoluta portato a conoscenza di potermi avvalere di un legale di fiducia prima di sottopormi al test.
3)I verbalizzanti dichiarano che “la seconda prova non è stata effettuata in quanto l'utente dimostrava la propria reticenza rifiutando la seconda prova” applicandomi così l'art. 186 comma 7. quando da parte mia non c'è stata nessuna reticenza, ma solamente un attacco d'ansia, patologia di cui soffro (anche certificabile) che non mi ha permesso di portare a compimento il test.
4)Mi viene negato il diritto di rilasciare delle dichiarazioni, contravvenendo in tal modo all'art. 200 comma 2 c.d.s.
5)Concludo sollevando delle perplessità sul fatto che mi viene applicato il comma 2 dell'art. 186 anche in presenza di un solo scontrino valido rilasciato dall'etilometro contravvenendo a quanto indicato dal regolamento di esecuzione ed attuazione del nuovo codice della strada art. 379 comma 2 di cui al D.P.R. 16 dicembre 1992, n. 495.
vado ad esporre i fatti accaduti.
Domenica 01/02/2010 alle ore 1.30 circa alla guida di un autoveicolo di proprietà di mia madre, con a bordo un passeggero, commetto l'infrazione di attraversare un incrocio con semaforo rosso.
Una volante dei carabinieri notando l'accaduto, mi insegue e mi intima di fermarmi.
Accostatomi poco più avanti mi vene chiesto di esibire patente di guida e libretto di circolazione. Successivamente vengo sottoposto a pre-test dell'alcol con apparecchiatura portatile.
Il brigadiere, riscontrando esito positivo, mi invita a sottopormi al test con l'etilometro posto nel portabagagli della volante.
Dal test risulta un tasso pari a 1,24 gr./lt.
Trascorsi 5 minuti vengo nuovamente invitato a sottopormi al test, stavolta però causa lo stato d'ansia nel quale mi trovavo, non ero in grado di soffiare adeguatamente per portare a compimento il test, pertanto lo scontrino indicava “test incompleto o non valido” (non ricordo).
Il brigadiere mi invitava a sottopormi nuovamente al test e di farlo “bene” avvisandomi che sarebbe stata l'ultima volta che me lo avrebbe fatto ripetere; il risultato fu il medesimo del precedente.
A quel punto il brigadiere spegne l'etilometro e mette a verbale: “Si da atto che la seconda prova non è stata effettuata in quanto l'utente dimostrava la propria reticenza rifiutando la seconda prova”. Io controbatto dicendo che non mi ero rifiutato, ma che non ero in grado di eseguire la prova, e mi offro disponibile ad eseguire un'esame di sangue presso una struttura sanitaria di base o accreditata; il brigadiere risponde (cito testuali parole): “non abbiamo cosa andarci a fare in ospedale, tutto è stato memorizzato dall'etilometro”.
Quando il brigadiere termina di compilare il verbale, mi chiede di firmare, io chiedo di mettere a verbale delle dichiarazioni che volevo rilasciare, ma mi viene negata questa facoltà; pertanto mi rifiuto di firmare.
Il brigadiere depenna la dicitura “il trasgressore dichiara” e scrive nello spazio per la firma del trasgressore: ”Si rifiuta di firmare e ritira copia”
Alla luce dei fatti esposti mi chiedo se il lavoro dei carabinieri è stato eseguito nel pieno rispetto delle regole, ed in particolare:
1)Nel verbale di contestazione viene indicato nella località “Piazza Notarbartolo Palermo” strada assolutamente inesistente, in quanto la piazza dove è avvenuto il controllo è denominata: “Piazza Matteo Maria Boiardo”.
2)Nella violazione, i verbalizzanti riportano: “il conducente veniva reso edotto di potersi fare assistere da un legale di fiducia, prima di essere sottoposto all'accertamento con etilometro”
In realtà i verbalizzanti non mi hanno nella maniera più assoluta portato a conoscenza di potermi avvalere di un legale di fiducia prima di sottopormi al test.
3)I verbalizzanti dichiarano che “la seconda prova non è stata effettuata in quanto l'utente dimostrava la propria reticenza rifiutando la seconda prova” applicandomi così l'art. 186 comma 7. quando da parte mia non c'è stata nessuna reticenza, ma solamente un attacco d'ansia, patologia di cui soffro (anche certificabile) che non mi ha permesso di portare a compimento il test.
4)Mi viene negato il diritto di rilasciare delle dichiarazioni, contravvenendo in tal modo all'art. 200 comma 2 c.d.s.
5)Concludo sollevando delle perplessità sul fatto che mi viene applicato il comma 2 dell'art. 186 anche in presenza di un solo scontrino valido rilasciato dall'etilometro contravvenendo a quanto indicato dal regolamento di esecuzione ed attuazione del nuovo codice della strada art. 379 comma 2 di cui al D.P.R. 16 dicembre 1992, n. 495.