massi71
07-10-2014, 11:24
Buongiorno, scrivo per avere un parere in merito ad una situazione che mi sembra ai limiti dell’assurdo.
In data giovedì 02.10.2014 ho trovato sul parabrezza della mia autovettura il verbale con cui mi veniva contestata l’infrazione di parcheggio in zona sosta limitata (bioraria) per errata/mancata esposizione del disco orario.
Poiché il verbale (ovvero la copia carta carbone) era praticamente illeggibile in molti dei suoi campi (ad esempio l’orario dell’infrazione), nella mattinata di ieri (lunedì 6.10.2014) mi sono recata presso l’ufficio di Polizia Municipale della zona e l’addetto, dopo aver telefonato al vigile che aveva effettuato la contravvenzione, mi ha trascritto tutti i dati sulla mia copia.
In effetti la via corrispondeva alla strada dove parcheggio solitamente tra le 17:00 e le 18:00 per andare a recuperare i miei figli all’uscita da scuola, ma con grande stupore ho scoperto che l’orario indicato per l’infrazione erano le 15:25, orario in cui ero al lavoro e l’auto era posteggiata nel parcheggio interno della scuola dove presto servizio.
Ho subito contestato l’orario adducendo questa argomentazione e, ovviamente, mi è stato risposto che era la mia versione dei fatti, tutta da dimostrare, in quanto il fatto che io fossi al lavoro (facilmente dimostrabile) non voleva dire che l’auto (peraltro intestata a mio marito) fosse nel parcheggio della scuola dove lavoro.
Ricapitolando: la mia autovettura è stata parcheggiata nella via dove mi è stata effettuata la contravvenzione, in un orario compreso tra le 17:00 e le 18:00, con il disco orario esposto correttamente (siccome posteggio quasi tutti i giorni in quella via, non lo smuovo mai dalle 17), ma è stata multata per un’infrazione che sarebbe stata commessa alle ore 15:25, quando in realtà si trovava da tutt’altra parte.
Comunque, l’addetto mi consigliava di pagare la contravvenzione piuttosto che perdere tempo con il ricorso e siccome ho ribattuto che con questo principio si dava seguito ad un’ingiustizia che, peraltro, poteva capitare più volte, mi è stato consigliato di parlare direttamente con il vigile che mi aveva fatto la contravvenzione.
Tutt’altro che intenzionata a demordere, nel pomeriggio sono riuscita a “intercettare” il vigile nel suo turno di pattuglia pomeridiano e gli ho esposto la questione, chiedendo lumi.
La risposta del vigile, che premetto è stato disponibile ad ascoltarmi e, a suo dire, ha ritenuto vera la mia versione, è stata che, non riuscendosi a dare una spiegazione logica dell’avvenuto, probabilmente lui ha commesso un errore per cui mi ha consigliato di non pagare la multa, di attendere che mi arrivi a casa, di fare quindi ricorso e che lui, quando verrà interpellato, dirà che non aveva visto il disco orario (cosa che mi sembra poco credibile visto che è appiccicato al parabrezza a fianco al tagliando dell’assicurazione).
Così facendo, sempre ammesso che poi lui non ci ripensi, io dichiarerei il falso, ovvero che la mia auto si trovava lì all’ora indicata sulla contravvenzione, cosa che non è vera.
Scusandomi per la lunga esposizione (che mi serve anche un po’ da sfogo), vi chiedo gentilmente un parere e un consiglio su come procedere.
Martina
In data giovedì 02.10.2014 ho trovato sul parabrezza della mia autovettura il verbale con cui mi veniva contestata l’infrazione di parcheggio in zona sosta limitata (bioraria) per errata/mancata esposizione del disco orario.
Poiché il verbale (ovvero la copia carta carbone) era praticamente illeggibile in molti dei suoi campi (ad esempio l’orario dell’infrazione), nella mattinata di ieri (lunedì 6.10.2014) mi sono recata presso l’ufficio di Polizia Municipale della zona e l’addetto, dopo aver telefonato al vigile che aveva effettuato la contravvenzione, mi ha trascritto tutti i dati sulla mia copia.
In effetti la via corrispondeva alla strada dove parcheggio solitamente tra le 17:00 e le 18:00 per andare a recuperare i miei figli all’uscita da scuola, ma con grande stupore ho scoperto che l’orario indicato per l’infrazione erano le 15:25, orario in cui ero al lavoro e l’auto era posteggiata nel parcheggio interno della scuola dove presto servizio.
Ho subito contestato l’orario adducendo questa argomentazione e, ovviamente, mi è stato risposto che era la mia versione dei fatti, tutta da dimostrare, in quanto il fatto che io fossi al lavoro (facilmente dimostrabile) non voleva dire che l’auto (peraltro intestata a mio marito) fosse nel parcheggio della scuola dove lavoro.
Ricapitolando: la mia autovettura è stata parcheggiata nella via dove mi è stata effettuata la contravvenzione, in un orario compreso tra le 17:00 e le 18:00, con il disco orario esposto correttamente (siccome posteggio quasi tutti i giorni in quella via, non lo smuovo mai dalle 17), ma è stata multata per un’infrazione che sarebbe stata commessa alle ore 15:25, quando in realtà si trovava da tutt’altra parte.
Comunque, l’addetto mi consigliava di pagare la contravvenzione piuttosto che perdere tempo con il ricorso e siccome ho ribattuto che con questo principio si dava seguito ad un’ingiustizia che, peraltro, poteva capitare più volte, mi è stato consigliato di parlare direttamente con il vigile che mi aveva fatto la contravvenzione.
Tutt’altro che intenzionata a demordere, nel pomeriggio sono riuscita a “intercettare” il vigile nel suo turno di pattuglia pomeridiano e gli ho esposto la questione, chiedendo lumi.
La risposta del vigile, che premetto è stato disponibile ad ascoltarmi e, a suo dire, ha ritenuto vera la mia versione, è stata che, non riuscendosi a dare una spiegazione logica dell’avvenuto, probabilmente lui ha commesso un errore per cui mi ha consigliato di non pagare la multa, di attendere che mi arrivi a casa, di fare quindi ricorso e che lui, quando verrà interpellato, dirà che non aveva visto il disco orario (cosa che mi sembra poco credibile visto che è appiccicato al parabrezza a fianco al tagliando dell’assicurazione).
Così facendo, sempre ammesso che poi lui non ci ripensi, io dichiarerei il falso, ovvero che la mia auto si trovava lì all’ora indicata sulla contravvenzione, cosa che non è vera.
Scusandomi per la lunga esposizione (che mi serve anche un po’ da sfogo), vi chiedo gentilmente un parere e un consiglio su come procedere.
Martina